Il taglio del cuneo fiscale, gli sconti ai giovani sulle case e le agevolazioni sul credito.
Ecco le richieste che artigiani, industriali e professionisti presentano al ministro Giorgetti
Giovani, fisco e credito. Nel lungo elenco delle misure che le categorie produttive vorrebbero inserire in manovra, sono queste le parole chiave che accomunano la maggior parte dei desiderata di industriali, artigiani, professionisti. Il rischio è che poco si riesca a fare, visto che le risorse scarseggiano. Ma intanto si
inizia a dialogare con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, per cercare di renderne realtà almeno una parte.
Guarda proprio ai ragazzi una delle priorità di Confindustria che chiede case a prezzo ridotto per i neo assunti, per favorire la mobilità e rendere attrattivo il lavoro nell’industria.
Il confronto con il governo è aperto: «Spero che almeno la parte fiscale, che è un contributo che vale solo per il primo impiego sia già nella legge di bilancio di quest’anno», ha detto il presidente di Confindustria
Emanuele Orsini. Sul piano, che prevede anche la possibilità di recuperi urbani, c’è un tavolo con due ministeri – il Mimit e il Mef – e con banche, assicurazioni, fondi immobiliari e Cdp. Non solo. Per gli industriali, le altre misure da inserire nella manovra di bilancio sono tre. Un piano di incentivi agli investimenti che vada oltre il Pnrr e quindi oltre il 2026 perché «le imprese – dice Orsini hanno bisogno di orizzonti di medio periodo». La conferma del taglio al cuneo fiscale e il ripristino dell’Ace, provvedimento
che favorisce la crescita patrimoniale delle aziende. Il punto resta dove trovare le risorse e su questo Confidustria suggerisce che «una riorganizzazione delle tax expenditures sarebbe sensata».
Anche l’Ance (l’associazione nazionale dei costruttori edili), sottolinea la necessità di una manovra orientata ai giovani. «È proprio da loro che occorre partire, prevedendo misure fiscali e finanziarie che
favoriscano l’accesso alla casa e all’affitto. Dobbiamo pure introdurre meccanismi capaci di mobilitare le risorse private che sono indispensabili per ridurre l’impatto sulla finanza pubblica e intervenire sulle città
» spiega la presidente, Federica Brancaccio. Inoltre è necessario «ridefinire la politica degli incentivi per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare». Ultimo punto per i costruttori è «certezza agli investimenti pubblici, sia a quelli in corso, riconoscendo alle imprese i ristori per il caro materiali, sia dopo il Pnrr, per dare al Paese un percorso pluriennale di sviluppo».
Le piccole e medie industrie italiane, rappresentate da Confapi, chiedono più considerazione: «Continuiamo a essere la spina dorsale del Paese, ma alla fine non si è mai tenuto troppo conto delle nostre esigenze. Ritengo, invece, che sia indispensabile ascoltarci» spiega il presidente di Confapi, Cristian Camisa. Una richiesta «che portiamo avanti da almeno due anni» è la detassazione degli straordinari che per l’associazione «non significa solo venire incontro alle esigenze delle imprese di incentivare il personale a lavorare, ma potrà anche determinare un incremento della produzione che si tradurrà in maggiori contributi fiscali a beneficio della collettività». «La nostra seconda proposta – aggiunge Camisa – riguarda i fringe benefit: il nostro auspicio è che venga realizzata una soglia unica indipendentemente dai figli a carico. Ciò permetterebbe alle aziende, che hanno bisogno di semplificazione, di poter utilizzare effettivamente questa misura». Nell’ottica di una capitalizzazione delle aziende, «sarebbe importante che tutti gli utili realizzati nel 2023 venissero detassati se portati a capitale sociale. Questo consentirebbe di avere aziende più solide». Donne e ragazzi sono i soggetti
da tutelare anche per Rosario De Luca, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e del Cup (l’associazione che riunisce quasi tutti gli ordini professionali). «Sostenere il lavoro
femminile non risponde soltanto a un’esigenza di natura sociale. Serva anche a sostenere l’intero sistema e a far fronte all’inverno demografico, che in futuro priverà il mercato del lavoro dell’ingresso di diversi
milioni di giovani. E proprio per incentivare l’attivazione degli under sarebbe necessario intervenire sul fronte della fiscalità, agevolando la partecipazione dei giovani con partita Iva alle Stp (società tra professionisti). Attualmente è infatti vietata la contemporaneità tra lavoro dipendente e socio di Stp, per potere usufruire della flat tax». E poi ci sono gli artigiani, che innanzitutto attendono la conferma degli sgravi fiscali e contributivi inseriti l’anno scorso. Per Cna, inoltre, è necessaria «un’attenzione particolare
alle regioni del Sud, tenendo conto che i piccoli investimenti non sono più agevolati e che l’avvio della Zes unica non ha ottenuto risultati evidenti per l’inadeguatezza delle coperture». Tra gli altri impegni
richiesti, «dopo la stagione dei bonus scriteriati», lo sblocco del sostegno («necessario, adeguato e prolungato nel tempo») alla riqualificazione energetica degli immobili. «È arrivato inoltre il momento
per destinare i copiosi avanzi della gestione Inail delle imprese, circa tre miliardi di euro previsti per quest’anno, alle azioni di messa in sicurezza delle aziende» sottolinea ancora la Cna. L’accesso al credito, con politiche e strumenti pubblici dedicati, è invece tra i temi prioritari indicati da Confartigianato.
«Va affrontato il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia, la cui riforma dovrà essere rivista, per il prossimo triennio, con una dotazione di risorse adeguata al riorientamento verso le micro e piccole
imprese», spiega l’associazione. Sul fronte degli incentivi, «l’annunciata riforma dovrà essere improntata alla semplificazione e alla creazione di uno strumento ordinario di sostegno ad hoc per soddisfare le esigenze di investimenti primari». Semplificazione è attesa da Confartigianato anche per l’applicazione del piano Transizione 5.0 i cui oneri di gestione e rendicontazione «rischiano di rallentarne l’utilizzo». Sul fronte della previdenza, conclude Confartigianato «va estesa ai lavoratori autonomi la normativa sull’Ape Sociale e resa strutturale Opzione Donna superando le attuali limitazioni di accesso
di CLAUDIA LUISE