Rivista Idea | 12 dicembre 2024 | Confapi “portavoce” delle Pmi «Rappresentarle è la nostra missione»

Massimo Marengo presidente Confapi Cuneo

Massimo Marengo: «il 2024 ha segnato il rilancio dell’economia cuneese. E noi sempre presenti»

Il termine che meglio fotografa l’andamento economico di questo 2024 è fiducia, associata ad un desiderio di innovazione e servizi che da sempre accelerano la competitività. Ne abbiamo parlato con Massimo Marengo, presidente Confapi Cuneo.

Nel terzo trimestre 2024 la produzione industriale cuneese ha segnato un incremento del +1,8% rispetto all’analogo periodo del 2023. Parti­colarmente significativo il dato. Il dato della nostra provincia registra la migliore performance rispetto alle altre province piemontesi ed è decisamente migliore rispetto a quanto registrato a livello regionale (-0,5%).

«È un buon risultato. I dati sono incoraggianti per il 2025 e dimostrano come nonostante l’inflazione, l’aumento dei prezzi energetici e la crescita dei tassi di interesse per tornare a crescere e ridurre disoccupazione e precarietà non è necessario nessun miracolo, basta investire sul nostro made in Italy e sul forte legame con il territorio che caratterizza le aziende cuneesi. Questo, insieme alla tenacia che ci contraddistingue e alle esportazioni in crescita, è alla base della nostra crescita industriale».

Dati incoraggianti per il nuovo anno quindi?
«Non rilassiamoci su questi numeri perché i problemi sono dietro l’angolo. Se le istituzioni investissero maggiormente in infrastrutture fisiche e immateriali, e allineassero il costo dei fattori produttivi alla loro produttività mettendo al centro delle proprie azioni la piccola e media industria privata, i dati aumenterebbero maggiormente».

Cosa chiedono le aziende di Confapi Cuneo?

«Le aziende associate ci chiedono sempre di più assistenza nel gestire le pratiche burocratiche che soffocano il mondo delle industrie. Detassare straordinari e premi di produzione, abbassare il cuneo fiscale, sostenere investimenti per la sostenibilità ambientale. Ma non solo. Anche occasioni di incontro di B2B, progetti di incentivazione, formazione e pressione istituzionale e rappresentazione delle loro istanze nei tavoli di confronto. Essere “portavoce” delle imprese, segnalare le criticità, fornire previsioni, strumenti di crescita e accompagnare, settore per settore, ogni azienda verso nuove frontiere e nuovi mercati».

Che bilancio dell’anno che sta per chiudersi?
«Il 2024 è stato un anno decisivo per il rilancio dell’economia cuneese. Allo stesso tempo anche la nostra associazione ha visto un significativo rilancio delle sue attività. Le unioni di categoria sono molto attive con informazioni convegni e attività di affiancamento alle Pmi di riferimento. Da Unionmec­canica a Unionalimentari, da Aniem per l’edilizia alla nuova unione per il settore Ambiente Ed Energia che presiedo personalemente, da Unital legno a Salute e Ricerca. Ma quest’anno registriamo anche la nascita dei due gruppi dedicati all’imprenditoria femminile e dei giovani che stanno attirando molto interesse e partecipazione».

E sul fronte dei numeri?

«Il bilancio è in crescita come da molti anni, così come il numero delle aziende che si riconoscono nel nostro modo di fare impresa. Inoltre, quest’anno abbiamo visto una crescita importante della partecipazione delle imprese in occasione dell’assemblea generale dello scorso giugno al castello di Manta con i saluti di tre ministri: Urso per il made in Italy, Lollobrigida per l’Agricoltura e Pichetto Fratin per l’Ambiente. Abbiamo promosso networking aziendali in alcune delle location più belle del territorio proseguendo quella valorizzazione dei luoghi artistici e culturali voluta dal mio predecessore Massimo Albertengo. Castelli ed edifici storici e glamour che la nostra Provincia possiede ma ancora pochi li conoscono».

E sul fronte attività formative?
«Mai come quest’anno abbiamo promosso formazione e dibattiti. Convegni, webinar formativi, incontri istituzionali in provincia, Regione e a Roma. Ab­bia­mo partecipato a progetti per sostenere le nostre imprese sul fronte Esg, sulla parità di genere, sull’intelligenza artificiale, i marchi storici, team building aziendali e le nuove normative sui rischi aziendali, Rentri e la nuova patente a punti per l’edilizia. Abbiamo condiviso e sostenuto il Protocollo sulla legalità con la prefettura di Cuneo. Inoltre, sono appena tornato da un convegno di due giorni a Roma promosso da Italia Solare e al ministero del Made in Italy ho portato le questioni delle energie rinnovabili in un tavolo di confronto. Tante iniziative per le quali ringrazio la Giunta che è al mio fianco e con la quale ho realizzato tutto questo».

A proposito, le misure per contrastare il caro-energia a che punto sono?
«Il governo ha fatto uno sforzo importante perché ha messo 21 miliardi in legge di Bilancio sul caro-energia, ma sulla Tran­si­zione 5.0 e in generale sulla questione delle energie rinnovabili, siamo ancora indietro per permettere al Paese e alle nostre aziende per competere ad armi pari con i nostri concorrenti europei. Ma in questi giorni ci prepariamo».


Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese di Unioncamere Piemonte e CCIAA Cuneo III trimestre

La 212a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali ha registrato nel III trimestre 2024 per la provincia cuneese un incremento del +1,8% della produzione industriale rispetto allo stesso periodo del 2023. La migliore performance rispetto alle altre province piemontesi e al dato regionale (-0,5%). La rilevazione è stata condotta nei mesi di ottobre e novembre 2024 con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre 2024 e ha coinvolto 1.876 imprese industriali piemontesi, di cui 262 cuneesi per un totale di 12.840 addetti e un valore di oltre 4,4 miliardi di euro di fatturato. I principali settori manifatturieri cuneesi nel III trimestre 2024 hanno registrato il segno positivo: le industrie alimentari mostrano la performance migliore con un +4,1% seguite, sebbene con notevole distacco, dalle industrie manifatturiere con +0,8% e da quelle metalmeccaniche con +0,3%.Unica eccezione le industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature che hanno riportato un -1,3%.
Il risultato migliore è stato quello delle imprese di medie dimensioni (numero di addetti compreso tra le 50 e le 249 unità) con una crescita del 4,9%, seguite dalle piccole aziende (10-49 addetti) con +1,3% e dalle micro imprese (meno di 9 addetti) con +0,6%, mentre le imprese più grandi (oltre 250 addetti) registrano -2,2%.

 

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