TargatoCN | 04 aprile 2025 | Marengo (Confapi Cuneo): “Per rispondere alla sfida dei dazi serve spingere su efficienza e sulla ricerca di nuovi mercati”

Marengo (Confapi Cuneo): "Per rispondere alla sfida dei dazi serve spingere su efficienza e sulla ricerca di nuovi mercati

Il presidente dell’associazione di categoria che in provincia riunisce 150 imprese con fatturati sino a 100 milioni di euro: “Va evitata una guerra commerciale. Intanto ci sono nostre aziende che stanno già guardando alla Cina o al Sud Est Asiatico. Vedono lì delle buone opportunità”

Nell’operosa Granda preoccupata dalle misure protezionistiche annunciate da Trump e dal rischio dello scoppio di una guerra commerciale c’è chi raccomanda prudenza e sangue freddo. Così l’imprenditore albese Massimo Marengo, presidente provinciale di Confapi, associazione di categoria che in provincia di Cuneo conta 150 aziende associate, con fatturati che vanno da 1 a 100 milioni di euro, per un totale di 6mila lavoratori.

“Quella di Confapi è una famiglia varia e composita, con forte rappresentanze nei settori dell’agroalimentare, della meccatronica, dell’energia e ambiente. C’è chi opera nei servizi, esportando zero, e chi invece spedisce all’estero il 60-70% della sua produzione, diretta in tutta Europa, negli Usa, in Asia. Per cui i punti di vista sono molti diversi, ma per tutti in questa fase prevalgono alcune direttrici”.

Quali?

“La prima reazione per tutti è quella di attendere e capire cosa davvero succederà. Abbiamo compreso che il presidente Usa ha un approccio ‘transazionale’ alla politica, che ragiona in termini di ‘deal’. Vediamo su cosa e quanto sarà disposto a trattare. Non è escluso che si arrivi a un qualche compromesso”.

Evitando contrapposizioni.

“Sicuramente. Il punto su cui il sentimento del mondo dell’impresa mi pare unanime è quello di evitare che si scateni una guerra dei dazi, che penalizzerebbe tutti”.

Cosa possono fare nel frattempo le singole aziende?

“Negli ultimi mesi chi esporta negli Usa si è attrezzato per spedire merci, così da tamponare l’offerta relativamente ad almeno un primo periodo. Ora si tratterà di mettere i motori al minimo e prendere iniziative che possono andare in due direzioni. La prima reazione sarà quella di dedicare i nostri sforzi alla ricerca di nuovi mercati, così da diversificare gli sbocchi. In molti casi si tratta di progetti già esistenti, magari lasciati in stand by proprio perché quello Usa tirava molto. Ora è tempo di valutare altre possibili collaborazioni. Ci sono nostre aziende che stanno già guardando alla Cina o al Sud Est Asiatico. Vedono lì delle buone opportunità”.

E la seconda?

“Cerchiamo di capire dove recuperare marginalità e lato effficienza vedere come assorbire questo 20% di tassazione ulteriore cercando di non toccare il prezzo finale del prodotto esportato, per non scaricare tutto il peso della misura sul consumatore”.

Ne parlerete alla Giornata nazionale del Made in Italy?

“Sicuramente sì. Il 16 aprile ci troveremo al castello di Guarene per un evento B2B dedicato alle nostre produzioni di eccellenza, col patrocinio del Ministero del Made in Italy. Certamente discuteremo con le nostre aziende associate delle strade migliori per valorizzare i nostri prodotti, di modo che ovunque vengano riconosciuti come le eccellenze che sono. In questo senso l’Italia dovrebbe saper andare oltre i dazi, per affermare quelle produzioni che tutto il mondo le invidia”.

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