● Selghis Calcestruzzi con sede legale a Villanova Solaro, opera nel settore edile dall’anno della sua fondazione, il 1961
● Nel 1968 l’impianto di produzione e distribuzione di calcestruzzo preconfezionat o a Villanova Solaro inizia l’attività
● L’azienda ha in cantiere 20 milioni di investimenti in tecnologia e sostenibilità dei processi e dei prodotti
● Nella foto l’ad è Aldo Stella
Sostenibilità e innovazione, termini che possono sembrare lontani, ma non lo sono, dall’attività di un’azienda che produce calcestruzzi, nella fattispecie la Selghis di Villanova Solaro, nella cosiddetta terra di mezzo del cuneese, dove in un fazzoletto di terra tra Saluzzo, Torre San Giorgio e Moretta si registra un fatturato superiore a 3 miliardi di euro con un Pil pro capite tra i più alti d’italia.
«Selghis Società di Estrazione e Lavorazione Ghiaia e Sabbia, nasce nel 1961, per volontà di Luigi Pairotti e proseguita con i figli Francesco e Caterina e le rispettive famiglie. Erano gli anni del boom dell’edilizia, in un periodo in cui il calcestruzzo preconfezionato rappresentava una grande novità», racconta Paolo Stella, presidente di Aniem, terza generazione della famiglia che guida l’azienda del saluzzese che aggiunge: «Nel tempo, l’attività è stata integrata con l’esecuzione di pavimenti industriali e di rampe antiscivolo e si è estesa in altre unità produttive: Pinerolo, Centallo,
Trana, Pinasca, Revello e Garzigliana. In questi anni la Selghis ha fornito importanti cantieri: per la Burgo a Verzuolo, che in fase di ampliamento è stato il più grande cantiere privato d’europa; per i cantieri olimpici di Torino 2006 e per decine di autostrade».
L’azienda ha attraversato diverse crisi del settore conoscendo un boom negli ultimi anni, grazie agli incentivi statali per il settore edile: «Dopo gli effetti del superbonus il bilancio è cresciuto a 30,6 milioni di euro, con 120 collaboratori e prevediamo una crescita importante nel 2024, favorita dal Pnrr e sostenuta dagli investimenti in innovazione partiti nel 2015 che consentiranno di rinnovare completamente le macchine utilizzate per l’estrazione», precisa Stella.
Investimenti che entro il 2025 arriveranno a superare i 20 milioni di euro: «L’acquisto più importante dal 1961 è stato il nuovo impianto di estrazione inerti a draga galleggiante, con benna a motore idraulico da 10 MC e lavorazione e trasporto su nastri galleggianti del materiale naturale estratto. Un macchinario studiato per la nostra azienda che ha consentito di raddoppiare le estrazioni con tempi inferiori e maggiore sicurezza per gli operatori. La portata è di 46 tonnellate e la costruzione è italiana ad opera di Mic di Quintini», chiosa l’imprenditore alla guida di Selghis.
Il futuro è già tracciato con l’acquisizione di un grande impianto di frantumazione e vagliatura inerti che entrerà in funzione nel 2025: «Con questa nuova macchina sarà possibile lavorare gli inerti provenienti da una cava in falda di proprietà con una produzione totale di 400 tonnellate/ora», sottolinea Paolo Stella.
Il bacino di cava della Selghis, nel frattempo, è cresciuto sui comuni di Scarnafigi e Ruffia: «Il luogo comune porta a pensare che dove ci sia una attività di estrazione di inerti, l’ambiente risulti compromesso, ma non è il nostro caso, perché fin dagli anni Ottanta l’azienda si è occupata di rinverdire le aree piantumando sotto la guida di agronomi esperti. Il risultato oggi è una totale assenza di inquinamento nell’acqua del lago della cava, idonea alla balneazione in base ai parametri del Ministero della Sanità», conclude l’imprenditore.
Author: Marcello Pasquero